Audioteca Giulio Cavalli

Ne parlano poco perché si sa, Viktor Orban dovrebbe essere il modello di autorevolezza a cui qualcuno dalle nostra parti aspira.

Bisogna raccontarla bene, questa storia, senza cadere nella paura di essere ripetitivi.

Qui, dove la frase “ama il prossimo tuo” diventa una provocazione. Da intervento della Polizia.

E il senso delle promesse a vuoto è tutto qui: si soffia sul fuoco per scaldare i risultati elettorali e poi ci si lamenta se scoppia l’incendio. È una storia vecchia come il mondo, fatta da sempre di grandi aspettative, di odio smisurato e poi di un’inevitabile sconfitta davanti alla realtà. Prima di promettere un… Leggi tutto »Per promettere un ponte servirebbe almeno un fiume

Perfetto, non era vero niente.

Rimpiange il passato (anche quello che non c’è mai stato) chi è incapace (o disperato) nel futuro.

Le convenzioni internazionali non si sventolano e non si tengono sulla giacca come se fossero stellette. Si praticano, semplicemente. Oppure almeno la dignità di tacere. Per pietà.

Vorrebbero convincerci che senza vittime (colpevoli di essere diventate vittime) qui invece andrebbe tutto benissimo. Sembra una teoria strampalata, vero? Eppure funziona. 

Ed è proprio questo il punto: sdoganare la violenza e la vendetta non può mai essere indolore. Ogni granello di ferocia gira, come le pallottole, e prima o poi torna. Quando arriverà in faccia a noi non ci ascolterà nessuno perché saremo noi a essere sbagliati: ci vuole poco per spostare un limite etico e… Leggi tutto »E questo invece è successo a me

Come diceva George Bernanos: «Le più grandi canagliate della storia non sono state commesse dalle più grandi canaglie, ma dai vigliacchi e dagli incapaci.».

Alla fine è la frenesia che contraddistingue gli sciacalli: non è questione di fame, è quesitone di voracità.

Dai, davvero, non serve aggiungere altro. Idem con patate, si dice. Non c’è nemmeno bisogno di scrivere chi sono le patate. Buon martedì.

Il presepe vivente quest’anno non avrà il bue, nemmeno l’asinello e nemmeno la grotta.

6 errori (facili facili) nella smania di cambiare

Ed è un gesto piccolo, un evento minimo, che risuona più delle lamiere che si accartocciano intorno.

Come diceva Jean Jopivici: «Se si vuole che un’unione resista, bisogna averne cura giorno dopo giorno.»

E noi qui, ancora, a rispondere a qualche “e allora gli altri” che arriva puntuale come prima e unica giustificazione. Che miseria.

Eppure sarà una buona giornata quando alla prossima manifestazione in difesa delle donne gli uomini la smetteranno di essere vicini o di essere solidali e cambieranno il messaggio: non più il “vi capiamo” ma il “vi difendiamo”, mica solo gli uomini, tutti. Vi difenderemo, appunto.

Perché in tempo di ferocia l’ecologia (anche) delle parole è una responsabilità. Ancora di più.

Si parla tanto di sicurezza, decreto sicurezza, ma com’è un Paese sicuro? Cos’è la sicurezza?